lunedì 5 maggio 2014

Un pò di macro

Ok. Lo ammetto. Anche io mi sono cimentato (con scarsi risultati) nella fotografia macro.
Lo scopo della macrofotografia è la rappresentazione più dettagliata possibile di soggetti molto piccoli.
E' un genere fotografico molto affascinante ma anche molto tecnico che dà la possibilità (a chi sa farlo bene!) di realizzare dei capolavori senza dover uscire dal giardino di casa (avercelo).
A dispetto di quanto si vede in rete, la fotografia macro è un genere che ha delle regole ben precise la cui legge fondamentale è MASSIMA NITIDEZZA ed è per questo che le ottiche dedicate sono quanto di più definito e nitido si possa trovare.
Le lunghezze focali macro combaciano spesso con le focali da ritratto ed è questo un motivo per cui molti si cimentano nel ritratto con ottiche di questo tipo. E' un detto di uso comune: "non fare ritratti col macro alle ragazze: non te lo perdoneranno mai", perché (appunto) la definizione dell'ottica non perdona alcun difetto della pelle.
Anche la messa a fuoco non è ottimale per il ritratto, perché è ottimizzata per le brevi distanze.

Uno dei problemi principali della fotografia macro è la ridotta profondità di campo (PDC) che va compensata con valori di diaframma molto (ma molto) chiusi. Questo si scontra con il dettame principale della nitidezza. Infatti, un diaframma molto chiuso (f22, per dirne uno) comporta il dover lottare contro la diffrazione ottica della luce (e questa è fisica... non si può fare niente). Bisogna trovare un compromesso.
E' per questo che molti macrofotografi evoluti (degni di questo nome) utilizzano la tecnica del focus stacking che consiste nella ripresa di più scatti a distanze di piano di fuoco via via crescenti.
Gli scatti vengono poi fusi in post produzione per ricavare un unica foto con la PDC massima.

Chi non si cimenterà nel focus stacking si renderà presto conto che, anche scattando a f16, per mantenere una buona lettura dei dettagli del soggetto (ad esempio un insetto), bisognerà prestare MOLTA cura nell'angolo del piano di fuoco (mai fotografare una farfalla di sbieco, per intenderci, ma sempre paralleli alle ali) e nel micro-mosso.
E' d'obbligo (o quasi) dotarsi di cavalletto e comando remoto per evitare le oscillazioni e compromettere la tanto decantata nitidezza. E' buona norma abilitare il sollevamento specchio o (meglio ancora) scattare in Live View per ridurre le vibrazioni dovute allo specchio della reflex.
Inoltre, un diaframma chiuso toglie necessariamente luce, quindi si rischia di scattare con tempi inferiori al tempo di sicurezza. Motivo in più per usare il cavalletto o dotarsi di flash anulare.

Quali ottiche prendere? Di solito vale la regola che chi più spende meglio spende. Un'ottica per macro animale vuole una focale di almeno 90mm (meglio 180mm) per poter mantenere una distanza di sicurezza dal soggetto che altrimenti scapperebbe. I macro tele più spinti (150-180mm) dal canto loro restituiscono uno sfondo più uniforme e pulito per isolare il soggetto e poterne apprezzare meglio i dettagli perché una macro ideale deve mostrare solo il soggetto, il posatoio e uno sfondo uniforme. Per me è diventato ormai un riferimento l'ottimo sito di Juza per rendersi conto di cosa significhi fare macro con la M maiuscola.
Chi non vuole spendere fior di soldini in ottiche dedicate, può optare per i tubi di prolunga che permettono di ridurre la distanza minima di messa a fuoco di un'ottica "normale" e portarla a un valore di ingrandimento prossimo a 1:1. Va da se che l'ottica già di suo deve essere NITIDA (regola numero 1), quindi dimenticatevi di montare tubi su un 18-55. Optate semmai per un'ottica fissa (50mm, 100mm).
I pionieri della fotografia possono anche tentare con l'ottica rovesciata: prendete un 50mm, svitatelo, giratelo e accostatelo al corpo macchina. In questo modo potrete scattare da molto vicino. Dimenticatevi (ovviamente) gli automatismi! E' consigliato usare lenti full-manual che permettono di impostare almeno il diaframma a mano, ma al di là della mera curiosità propedeutica, questo non è il modo migliore per avvicinarsi alla macrofotografia.
Se volete spendere poco, orientatevi verso i sopracitati tubi di prolunga o, meglio, su un Tamron 90mm o uno dei "mitici 100": Tokina 100, Sigma 105, Canon 100 (serie L e non). (ndR: che non mi si tacci di faziosità. Soprapensiero ho dimenticato di menzionare il Nikon 105, ma ce ne sono tantissimi, anche migliori di quelli citati, come i Zeiss, per dirne una!).

Detto questo, di seguito un paio di scatti SENZA ALCUNA PRETESA, perché (sono io il primo ad ammetterlo) tutti presentano delle imperfezioni e lascio a voi trovarle.















2 commenti:

  1. A me non sembrano male nemmeno questi ma io ho speso poco per il mio sigma 105!

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