L'aria tersa dell'inverno regala spesso delle esplosioni di colori al volger della sera, come questo giorno in cui, passando per caso sulle Rive di Trieste in macchina, non ho potuto fare a meno di fermarmi ad immortalare lo spettacolo che si parava davanti a centinaia di spettatori estasiati quanto me.
Alcuni con il telefonino, alcuni con le reflex, ma tutti i mezzi sono buoni per cercare di catturare una pennellata di colore e conservarla, quasi a voler egoisticamente rubare e custodire un pezzo di tramonto per riprovare, in privato, a riottenere l'emozione del momento.
Ma non funziona quasi mai: il ricordo si può rievocare, ma l'emozione dell'attimo va vissuto e goduto nel momento in cui esso inizia a sprigionare la pioggia di ormoni della felicità. Quello che si rivivrà in seguito, rimirando le proprie foto, non sarà che un pallido ricordo di quel momento di estasi e per gli "estranei" che vorranno attingere a quelle emozioni guardando le tue foto, non rimarrà altro che un principio di innocente invidia per il momento mancato.
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