"La Caserma “Monte Cimone” di Banne, abbandonata a se stessa dagli anni 90, è diventata preda del tempo, delle intemperie e degli uomini. Perché le tracce del passaggio dell’uomo, postumo alla chiusura della caserma, è evidente nei numerosi graffiti che coprono le pareti fatiscenti dei numerosi blocchi sparsi in un’area enorme dove la vegetazione ormai si è riconquistata i suoi spazi.
Il portfolio vuole articolarsi come un’esplorazione di corridoi spesso lugubri, oscuri, sferzati di tanto in tanto dai raggi di un sole primaverile che si fa strada tra gli infissi pericolanti e i vetri rotti. Luce che illumina delle stanze ormai vuote ma che conservano il fascino delle tracce di un tempo che fu, amalgamate con i segni del presente: scritte e murales destinati a non essere guardati, ma spettatori dello scorrere del tempo in un luogo in cui il tempo sembra essersi fermato".
Portfolio pubblicato sul sito FIAF Agorà di Cult
Vorrei dare alcune precisazioni per contestualizzare l’opera:
Questo portfolio era il progetto di fine corso di Fotografia Avanzata del Circolo Fotografico Fincantieri-Wartsila di Trieste, diretto da Fulvio Merlak.
E’ il primo portfolio in assoluto della mia personale storia fotografica. Non mi sono ispirato a nulla perché non conoscevo nulla. Ciò che ha guidato il mio occhio e il mio dito sullo scatto è stato un semplice desiderio sfrenato di fotografare. Ma fotografare cosa? E dove? A Trieste e nei suoi dintorni non mancano spunti e la Caserma Abbandonata come tutti i luoghi abbandonati, come ha ben detto il sig. Bicocchi, sono degli obiettivi “classici” dei neofiti perché, principalmente offrono pathos ma senza la “complicazione” (chiamiamola così) del momento decisivo. Quei corridoi sono ancora lì, così come li ho fotografati… più o meno. In realtà la caserma è stata vittima di un incendio pochi mesi dopo la mia incursione, quindi ciò che ho fermato sul CMOS della mia macchina ora non esiste più. Romantico come pensiero. Certo non mancano riprese dei meandri della caserma (se ne trovano su Youtube), ma personalmente sono malignamente soddisfatto di essere stato lì a fotografare. In un certo senso ho recuperato ciò che mancava: il momento decisivo. Certo, molto dilatato nel tempo.Un grande saluto al sig. Bicocchi e al sig. Mazzocchi che al TriestePortfolio 2013 lessero questa opera come se mi avessero letto la mano e in un certo senso leggere un portfolio penso sia proprio questo.
Nessun commento:
Posta un commento