domenica 8 giugno 2014

Vintgar, 18 anni dopo


Era il 1995 quando passammo le "ferie" (per modo di dire, visto che io andavo ancora a scuola) a Bled e scoprimmo per caso, nel vero senso della parola, il sentiero nella gola di Vintgar.
Questa foto di quel giorno è sempre stata una delle mie preferite: mio nonno Silvano e Morena che osservano la mappa sopra il ponte sulla cascata.
Al di la della tecnica (pessima) questa foto mi è sempre stata nel cuore perché riassume lo spirito di esplorazione di mio nonno, l'amore per la natura, specialmente per i paesaggi sloveni e austriaci (visto che mio nonno non si è mai allontanato troppo da Trieste, non ha mai preso un aereo in vita sua, ne tanto meno un treno se non quella volta che è stato mandato ai lavori coatti con la Fondazione Todt in Germania).
In questo scatto vedo felicità e serenità, vedo l'accettazione da parte di mio nonno per la mia prima e unica fidanzata, vedo i capelli bianchi arruffati testimoni che un berretto è appena stato tolto, berretto che mio nonno portava sempre: uno strascico storico di quando esso era un'obbligo sociale.
Roland Barthes definirebbe quella arruffatura il punctum della foto, ma di punctum, in questa foto, ce ne sono tantissimi.
C'è il secondo paio d'occhiali nella mano destra che mio nonno imbucava ogni volta "Anita! Te ga visto i miei ociai?" - "Sempre che te li imbusi, e cosa so mi dove te li ga messi?".
C'è quella sciarpa blu che stona del tutto con l'abbigliamento assolutamente mai ricercato se non quando si andava alla Fiera dell'elettronica di Pordenone: unico giorno in cui si tirava fuori dall'armadio (e dalla naftalina) il "vestito buono" e la cravatta.
Una sciarpa di un blu orribile ma che per mia nonna doveva invece essere "un toco de alegria, perché el xe sempre che el rugna" (un pò di allegria, perché è sempre che brontola).
Un mare di ricordi che attingono ad altri ricordi. Una foto è anche questo: una finestra nel passato e nella memoria.

Diciotto anni dopo, nel 2013 e per la precisione il 5 maggio alle 15:27 e 59 secondi (potere degli EXIF: non serve più scrivere a matita sul retro di una foto! Se l'avessi fatto quella volta nel 1995, almeno saprei che giorno era) ho fatto quest'altro scatto, memore della sopracitata foto.
Incredibilmente, col senno di poi, riguardandola mi sono accorto di almeno un particolare interessante che è la posizione lungo il ponte, quasi esattamente uguale a quella assunta diciott'anni prima da Morena e nonno SIlvano anche se avremmo dovuto scambiarci di posto per fare felici i precisi.
La mappa è stata sostituita dai cellulari GPS nel taschino e gli occhiali adesso ce li abbiamo pure io e Morena, a testimonianza che il tempo passa per tutti anche se ci sentiamo immortali dentro.


E per chi volesse recarsi a Vintgar (vicino a Bled) a creare i propri ricordi, ecco un paio di foto del percorso:


















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