Foto classificata prima, oggi, alla serata finale del concorso interno del Circolo Fotografico Fincantieri-Wartsila per stampe in bianco e nero.
Votazione che non cambia nulla nella classifica finale del "Gran Premio" del Circolo: il buon John Gubertini e Maurizio Costanzo sono inarrivabili per punteggio, ma comunque un'ottima soddisfazione personale. Non tanto per i commenti e (i complimenti) ricevuti che fanno sempre bene all'ego, ma quanto per aver trovato un allineamento nei pareri dei giudici rispetti ai MIEI parametri di valutazione della foto.
E' frustrante, a volte, non capire il motivo per cui una foto, all'apparenza banale, possa suscitare un treno di pensieri, di emozioni e di ragionamenti nelle menti dei giudici e foto "belle" passare inosservate e tacciate di banalità.
Mi rendo conto che, come in un allenamento sportivo, più passa il tempo e più i ragionamenti si allineano.
Non sempre, perché sarebbe impossibile (e grottesco), ma statisticamente, le mie valutazioni personali tendono a trovare conferma nei giudizi degli altri che di fotografia ne hanno masticato sicuramente più di me.
E' così che mi ritrovo spesso a riguardare mie foto vecchie per declassificarle da foto a cinque stelline a una stellina sola e, viceversa, rivalutarne altre un tempo emarginate.
Forse l'ho scritto già da qualche parte, ma dobbiamo essere noi stessi i primi e più severi giudici delle nostre foto e questa, sebbene abbia dei limiti dovuti alla sua carenza di tridimensionalità e alla composizione non proprio perfetta della balconata nel riquadro e al pezzo di lampione che spunta sulla destra, mi è sembrata interessante, o meglio, intrigante fin da subito perchè associabile mentalmente al film "La finestra sul Cortile" di Hitchcock.
Le foto che narrano una storia o che ne gettano almeno le basi nella mente dell'osservatore, hanno le carte in regola per essere delle buone foto.
A chi se lo chiede: NO... non è un fotomontaggio. Questo scatto, risalente a questo autunno in periodo Barcolana, riprende (o meglio: cattura) una scena dietro le finestre del Palazzo della Regione in Piazza Unità. Già da un pò, quella sera, avevo occhiato quella finestra e quelle figure che si muovevano nella stanze stagliandosi sulle luci. E' bastato aspettare il momento decisivo e la pazienza mi ha dato ragione.
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